L’estremo Nord della Lapponia Finlandese

c_sarahscaparone-11-2Vorrei essere in Finlandia. Ora. Sono rientrata ieri sera da un viaggio nella Lapponia Finlandese (che lassù, all’estremo Nord, si chiama Lappi), ma la mia testa è ancora là. E lo sarà per un po’ di giorni, ne sono certa. Alcune emozioni ti toccano il cuore a tal punto che restano indelebili nella tua anima e con la loro luce illuminano il tuo sguardo sul mondo. Ecco, è quello che è successo a me una volta atterrata a Kittilä, in quel piccolo aeroporto nel Nord della Finlandia che in realtà dista appena un’ora di volo da Helsinki.

Già, perché la Lapponia non è poi così lontana: tralasciando i tempi morti di scali e coincidenze, occorrono solo quattro ore di volo da Milano (servita molto bene da Finnair) per ritrovarsi immersi in quello che nell’immaginario collettivo è un mondo da fiaba. In verità la fiaba è più che reale e supera ogni aspettativa. Qui, a circa 200 chilometri a nord del Circolo Polare Artico, la vita scorre a stretto contatto con la natura e l’uomo ha, a mio avviso, la grande fortuna di riappropriarsi di una realtà concreta ed essenziale in cui tutto è scandito dal tempo delle stagioni che con le luci e le ombre qui regolano i ritmi di ogni essere vivente.

Inverni bui ed estati di luce totale contribuiscono a caratterizzare le stagioni della Lapponia, che nella zona di  Ylläs (unico caso al mondo) sono otto: Mid-winter; Spring-Winter; Spring; Nightless night; Harvest Season; Colours of the fall; First snow; Twilight time; Ylläs Aurora and Twilight. Lascio a voi la curiosità di scoprire per cosa si differenziano, ma vi confermo che la luce (e i colori che ne derivano) sono il grande fattore che fa la differenza nella vita della natura e in quella dell’uomo.

Una cosa è certa: qui i periodi freddi e imbiancati sono lunghi e coprono i mesi che per noi vanno dall’autunno alla primavera inoltrata. Le strade sono interminabili coltri di neve, le auto girano con gomme chiodate (niente termiche, per intenderci), ma il traffico è praticamente inesistente: si incontrano più motoslitte sulle piste che macchine in transito. Non esistono centri abitati veri e propri, le case (colorate), sono spesso costruite a parecchia distanza tra loro, la gente si muove con lo slittino per fare commissioni, passeggiate, per spostarsi velocemente da un luogo all’altro e l’aria è pura, la più pura al mondo, come testimoniano i licheni che crescono sugli alberi solo nei luoghi in cui ci sono queste caratteristiche (non ho mai respirato così bene e così profondamente come all’interno dell’Yllästunturi National Park che si estende per cento chilometri tra i Tunturi – le colline – della zona).

E le distanze qui sono infinite. Silenziose. Meditative. L’unico suono che si sente (come dice Marco) è quello della neve, così friabile e diversa dalla nostra, che pare diventare musica a ogni passo. La neve parla con il rumore che attutisce e che crea, con i colori e le sfumature che assume in base ai riflessi del cielo, delle nuvole, ai disegni del vento. La neve è vita ed è amica di questo popolo che con lei condivide gran parte dell’anno. Sulla neve ci si sposta (con slitte, motoslitte, sci, ciaspole, ski-lift, ovovie, in auto e a piedi), sulla neve si costruiscono resort di ghiaccio come il Lainio Snow Village (che quest’anno concorre per le sue dimensioni ad entrare nel Guinnes dei primati) o strutture come l’Aurora Glamping, primo e unico nel Nord Europa: una sorta di camping di lusso da cui godere della vista dell’Aurora Boreale o, in estate, del Sole di mezzanotte.

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E sulla neve si organizzano escursioni: con le renne, in motoslitta (anche per vedere l’Aurora boreale), con le slitte trainate dai cani, sugli sci da fondo, con le ciaspole. Le renne sono una risorsa incredibile di questo territorio e se ne conta quasi una per ogni abitante. In Lapponia ce ne sono circa 190 mila, vivono libere, si nutrono di bacche, muschi e licheni che crescono anche sotto la neve, hanno la capacità di correre molto veloci (fino a 60/70 km/h) e in passato erano molto usate per gli spostamenti, ma sono anche una fonte importante per il sostentamento locale. Le loro carni sono molto pregiate e si mangiano abitualmente cucinate in tutti i modi (dal carpaccio al filetto, dalla renna affumicata alla zuppa di renna) rappresentando a tutti gli effetti uno dei piatti tipici dell’intera area. A Torassieppi esiste un piccolo museo dedicato alla vita dei lapponi dove si organizzano anche giri con le renne e viene spiegata la loro vita e la loro interazione con l’uomo.

Ci sono tante realtà che organizzano escursioni e tour legati alle varie attività che si possono fare in Lapponia, ma se siete in cerca di qualcuno giovane, dinamico, professionale e che parli anche italiano (dettaglio spesso da non sottovalutare) cercate i ragazzi di Safartica che hanno due sedi operative in Lapponia, di cui una anche a Ylläs. Con loro ho partecipato a una incredibile mattinata dedicata allo sci di fondo tra boschi e laghi, con tappa nelle caratteristiche Kota (capanni lapponi) per riscaldarci con tè e succo di mirtillo caldi.

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Nel cuore, oltre a quella incredibile mattinata di sole, porterò i 17 chilometri percorsi guidando la slitta trainata da sei Husky e le escursioni in motoslitta per raggiungere il Lainio Snow Village e in cerca dell’Aurora boreale (che abbiamo trovato).

Ma non esiste la Finlandia senza il rito della sauna: ho scoperto che qui non solo ogni casa ne ha una, ma che in sauna si organizzano anche meeting di lavoro, riunioni familiari, pur restando comunque un luogo quasi mistico per ogni abitante locale. Al di là di particolari circostanze, la sauna è infatti il luogo del silenzio, della meditazione, della riflessione, il posto dove ha inizio e dove finisce il ciclo della vita. I neonati vengono portati fin da subito in sauna e vengono abituati poco alla volta alle alte temperature, mentre quando si muore, questo è il luogo della purificazione. La sauna fa parte della cultura locale che non corre dietro al tempo ma che lascia al tempo la possibilità di scandire la propria vita. E scusate se è poco (in confronto ai ritmi forsennati con cui viviamo noi). In questi giorni in Lapponia ho provato le saune finlandesi (anche la tradizionale smoke sauna con pietre a 400°) per poi camminare scalza sulla neve (con indosso solo il costume da bagno anche a -17°) e immergermi nei laghi ghiacciati. Ho vinto la paura, il freddo e la diffidenza e ne sono felice.

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Il lago ghiacciato di Jeris dove mi sono immersa la prima volta

Non c’è nulla di più rigenerante di un percorso di questo genere che raggiunge l’apice della bellezza se termina in una jacuzzi riscaldata in mezzo alla neve, riparati solo da un cielo di stelle e da qualche fiocco che cade dolcemente. È successo all’Aurora Estate di Kolari, un delizioso boutique hotel con sette camere e un ottimo ristorante gestito da Sirly ed Heidi. Qui, dopo le saune rigeneratrici e i bagni sotto le stelle, abbiamo cenato tra ottimo cibo, buon vino e una calda atmosfera. La chef Sirly Schinmann ci ha preparato diversi piatti tipici come la renna (anche affumicata all’interno della sauna dove poco prima avevamo vissuto un altro tipo di esperienza) e il rinomato King Crab.

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Oltre alla renna (ottima anche quella del Restaurant Rouhe che ci ha preparato a fine cena il dessert a base di formaggio locale, lampone artico, cannella, cioccolato e gelato alla vaniglia) in Finlandia si mangia tanto salmone, pescato all’amo e non da allevamento nelle acque che bagnano i suoi confini. Il migliore, per me, è stato quello che ci hanno servito al Lapland Hotel Olos a Muonio.

E non fatevi spaventare dal freddo. Sì, in Lapponia le temperature sono basse, ma durante questo viaggio ho imparato che con la giusta attrezzatura si può vivere tranquillamente all’aperto di giorno e di sera. Tenete presente poi, che per ogni escursione organizzata, vi forniranno un adeguato equipaggiamento che non vi farà accorgere di quanto il termometro sia sceso sotto lo zero.

E proprio il calore dei luoghi e della luce sono ciò che più ha scandito le mie giornate e riscaldato il mio spirito. Il freddo esiste, ma spesso vive nella nostra testa a latitudini ben più calde di quelle del grande Nord.

 

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