Un mese di quarantena. Un mese di dirette Instagram sul mio account @scaparonesarah per raccontare la grande catena di solidarietà che il settore del cibo, con i suoi professionisti, ha realizzato in tutta Italia. Un racconto social che diventa diario, testimonianza scritta di quanti, in questo periodo di dolore che ha colpito l’Italia, hanno dedicato tempo, soldi ed esperienza per fare del bene e regalare bellezza. Una Storia di cibo al giorno è proprio questo: un libro che parte da Torino per parlare di speranza, quella portata avanti con azioni concrete dal mondo della ristorazione che, seppur in ginocchio, è sceso in campo con tutte le sue forze e non ha mai esitato ad aiutare.
Il ricavato delle vendite di questo libro acquistabile qui, al netto dei costi di distribuzione e stampa trattenuti da Amazon, sarà interamente donato alla Mensa dei poveri portata avanti ogni giorno dall’Associazione Frati Minori Piemonte Onlus, che opera nell’ambito del Convento di S. Antonio da Padova a Torino.
Qui di seguito riporto la dedica e l’introduzione del libro la cui scrittura è terminata il 27 aprile 2020.
Dedicato agli chef, ai pasticceri, ai pizzaioli, ai gelatieri, agli imprenditori e ai produttori che, dal 9 marzo 2020 in tutta Italia, hanno messo il cibo al centro di un’incredibile catena di solidarietà
Introduzione
Una Storia di cibo al giorno nasce per caso anche se per caso, come ho imparato tanti anni fa, non succede mai nulla. Quando il 20 marzo scorso ho iniziato le dirette Instagram sulla mia pagina @scaparonesarah per dare voce ai protagonisti del mondo del cibo che a Torino, ma non solo, stavano aiutando e sostenendo le persone in difficoltà, mai mi sarei aspettata che tutto questo si sarebbe trasformato in un libro. Il mio lavoro è scrivere e raccontare di viaggi, di cuochi e di cibo: così ho pensato che, poiché sulle pagine dei giornali non c’era sempre la possibilità di testimoniare cosa stesse accadendo di bello in questo disastro avrei potuto diffondere il messaggio e in qualche modo aiutare ad aiutare. E così l’appuntamento social delle 15:00 è diventato un momento di condivisione quotidiana che mi ha permesso di tenere in vita, tra i miei follower, storie sparse tra Torino e il mondo, ma anche di creare un micro evento atteso ogni giorno da tante persone che ha aiutato a spaccare la monotonia di giornate sempre uguali. Dal 20 marzo al 20 aprile (fatta eccezione per un weekend di riposo mentale e per i giorni di Pasqua) ho quindi inconsciamente costruito un diario di storie che le più svariate persone hanno deciso di condividere con me. Tutto è iniziato con l’idea della #pizzasospesa che a Torino ha mobilitato per settimane chef e pizzaioli scesi in campo per gli operatori dei presidi sanitari locali. Dall’#aiutiamochiciaiuta dei pasticceri che si sono occupati delle colazioni per i medici e gli infermieri piemontesi e valdostani è stato un susseguirsi di esempi virtuosi di quanti hanno saputo donare tempo, risorse, idee e bellezza. Alcune persone le ho intervistate perché ho saputo delle loro iniziative, altre perché già le conoscevo, altre ancora perché in quei giorni avevo capito che, come me, avevano bisogno di una vicinanza che, seppur virtuale, fosse tangibile e concreta. Ma è stato solo nella settimana di pasquetta, quindi dopo il 13 aprile, che mi è venuta l’idea di non perdere i contenuti delle dirette svaniti, secondo la dura legge di Instagram, a ventiquattro ore dalla condivisione. E così ho iniziato ad abbozzare l’idea di trasferire tutto nero su bianco, rendendomi conto che, dopo qualche giorno, sarebbe stato il 20 aprile e quindi un mese esatto dall’inizio del mio racconto. Un tempo perfetto per scrivere un diario capace di testimoniare un mese di vita sospesa, ma comunque un mese colmo di vita. Vita che ha lottato ogni giorno, e ancora la sta facendo, contro il dolore e la morte. Vita che prosegue come ci ha raccontato lo sbocciare della primavera. Vita che non si arrende grazie alla solidarietà delle persone. E seppur questo 20 marzo – 20 aprile (come mi ha fatto notare qualche giorno fa al telefono il produttore di vino Marco Capra) è “casualmente” un ripetersi di questo 2020, anno bisesto e funesto, eccomi qui a dare in stampa il mio secondo libro a dieci anni esatti dalla stesura del mio primo volume dedicato al Piemonte. Non che io sia un’esperta di cabala, ma ho letto che per la numerologia (ossia l’arte che studia il linguaggio dei numeri) il 20 significhi “evoluzioni con alti e bassi”. E allora se a questo vogliamo provare a credere, speriamo che i bassi stiano veramente finendo e che gli alti proseguano per aiutarci a evolvere, in primis, come genere umano. La catena di solidarietà legata al mondo del cibo (che è quello a cui faccio riferimento perché fa parte del mio lavoro e della mia vita ormai da oltre vent’anni) è un esempio tangibile di quanto bene si possa fare “evolvendosi”, lasciando da parte egoismi e opportunismi, ma mettendo in primo piano l’altro. Un’ultima cosa: la scelta della copertina di questo libro non è stata casuale, ma il frutto di ragionamenti nati con Chiara Borda, Davide Dutto e Marianna Mordenti che l’hanno creata. La forchetta è mia, la utilizzo normalmente in casa e, per essere una che normalmente mangia al ristorante una media di cinque giorni su sette, penso che possa essere l’oggetto che insieme alla matita simboleggi meglio questa mia quarantena. Il piccolo virus rosa invece non è quello che pensate, o meglio è lì per testimoniare il periodo storico che stiamo vivendo, ma anche e soprattutto vuole rappresentare quel contagio positivo che la solidarietà del mondo del cibo ha messo in moto in città. Ci tengo anche a dirvi che il ricavato delle vendite di questo libro, al netto dei costi di distribuzione e stampa trattenuti da Amazon, sarà donato alla Mensa dei poveri portata avanti ogni giorno dall’Associazione Frati Minori Piemonte Onlus, che opera nell’ambito del Convento di S. Antonio da Padova a Torino grazie a una preziosa rete di volontari, scambi tra enti pubblici e privati, dedizione e attenzione ai più bisognosi. Normalmente la Mensa offre pasti a circa 100 senza fissa dimora e poveri della città di Torino, di nazionalità diverse, con problematiche riguardanti il lavoro, la casa, la salute e con situazioni famigliari instabili. Oltre a questi si aggiungono, nella distribuzione giornaliera, altrettanti pasti da consumare fuori dai locali una volta raggiunta la capienza a disposizione. Bene, come leggerete in molte storie che seguono, in questi mesi di quarantena fra Davide Ferla e gli altri frati del Convento sono arrivati a dover soddisfare richieste di oltre 400 pasti al giorno. Ed ecco che tanti chef e produttori locali sono accorsi in loro aiuto, a cominciare dalle “Cucine aperte & solidali” coordinate dal Ristorante Tre Galline per proseguire con il grande sostegno messo in atto da Slow Food Torino e con tante donazioni individuali. In molti crediamo che la vera emergenza, finito il lockdown, sarà quella delle fasce sociali più deboli ed è per questo che ho deciso di dare anch’io il mio piccolo contributo per sostenere questa realtà, nella speranza di poter presto conoscere di persona questi frati dal cuore grande. A onor del vero, però, c’è anche un altro motivo per cui ho scelto di aiutare il Convento di S. Antonio da Padova, ed è molto personale. Ho frequentato per molti anni la zona di Padova e, durante un periodo ben preciso della mia vita, ogni volta che mi trovavo nelle vicinanze andavo in pellegrinaggio alla Basilica di Sant’Antonio. Quindi, per me, con questo libro è un po’ come chiudere un cerchio e dire grazie.
Ps. Ecco i dati per effettuare un bonifico destinato alla Mensa dei poveri: conto corrente bancario intestato a Frati Minori Piemonte Onlus – Iban IT24C0329601601000066342467; Causale “erogazione liberale emergenza Covid 19”.
Qui di seguito alcuni articoli della rassegna stampa:
12.08.2020 perrisbite.it “Cronache della ripresa: “Una Storia di Cibo al giorno”, quarantena e solidarietà con Sarah Scaparone“. Roberto Perrone
13.07.2020 Tgcom24.mediaset.it “Una Storia di Cibo al giorno”: il libro di Sarah Scaparone scritto durane il lockdown. Indira Fassioni
09.07.2020 La Stampa ed. Torino “Pasticcini solidali e pizze per i medici. Il lockdown degli chef diventa un diario”. Elisa Cassissa
08.06.2020 IlTorinese “Cibo e solidarietà. Un binomio indissolubile anche in tempi di Covid”
04.06.2020 Donna Moderna “A scuola di cucina dai più buoni d’Italia“. Stefania Carlevaro
giugno 2020 La Cucina Italiana “Altruista“. Angela Odone
giugno 2020 Gambero Rosso “Diario di una quarantena gastrosolidale“. Antonella De Santis
21.05.2020 La Stampa TuttiGusti “Simone, il pasticcere solidale che ha portato la colazione ai medici in prima linea. E un uovo davvero speciale. Nel libro di Sarah Scaparone 30 storie di chi, nel mondo del cibo, si è dedicato agli altri durante la quarantena. Di chi ci ha fatto sentire meno soli e spaventati“. Elisabetta Pagani
26.05.2020 gastrocritici.it – “Dalle catene della quarantena a quelle (liberatorie) della solidarietà“. Giovanni Caldara
19.05.2020 Radio Classica – nel programma Radio Cultura a cura di Luca Zaramella
18.05.2020 Discoradio
16.05.2020 Radio Dimensione Suono Soft – nel programma a cura di Francesca Romana Barberini Segreti in Tavola
15.05.2020 La Stampa Torino 7 “Durante la quarantena una storia di cibo al giorno”. Maurizio Maschio
14.05.2020 Il Popolo. “Non parliamo mai di libri autoprodotti, ma questo non è un libro, è un gesto di amore verso una città e verso chi soffre. E’ il diario di una quarantena solidale scritto da Sarah Scaparone“. Matteo Colombo
10.05.2020 Labottegadeilibri.it
09.05.2020 Datastellare.com
05.05.2020 Finedininglovers.it
05.05. 2020 Il Messaggero “Lievito madre, bollicine e piatti contro lo spreco”. Carlo Ottaviano
04.05.2020 Informacibo.it
03.05.2020 Grandimagazziniculturali.it
01.05.2020 Identità Golose