Prendi una domenica pomeriggio a Torino. La prima domenica di dicembre con quel freddo pungente che ti entra nelle ossa, ma che ti piace perché è il primo, quello che d’istinto ti riporta al Natale.
Prendi una passeggiata in centro in compagnia di una persona vera che ti vuole bene e che c’è, anche se a modo suo.
Prendi le bancarelle di libri usati sotto i portici di via Roma e respira la storia tra pagine sfogliate mille volte da centinaia di mani diverse.
Prendi una cioccolata calda che profuma di cannella, respira quella Torino sabauda così elegante e austera nello stesso tempo.
Cammina fino al Maglio per il mercatino di Natale, entra nei temporary shops che fanno tendenza, guarda i mobili usati che riempiono il baloon, sempre uguale e sempre così diverso.
Prendi un Bicerin nello stesso tavolo, seduta allo stesso posto di un anno fa con la stessa persona e in un secondo capisci che anche se tutto è diverso alla fine non è cambiato nulla.
Ed entri alla Consolata per dire grazie, per raccoglierti, per osservare centinaia di candele che raccontano messaggi diversi ma così uguali, e ti ricordi di quella luce che non smette mai di brillare. Anche quando non te ne accorgi. E ti perdi nella magia di un istante: è un nuovo inizio che ti aspetta. Lo devi solo riconoscere.