Alassio e la sua dolce vita

Ci sono luoghi che restano nel cuore più di altri e Alassio, per me, è uno di questi. Sarà perché in questa deliziosa cittadina della Liguria di Ponente ho trascorso diverse vacanze quando ero bambina: qui venivo con i miei genitori nel periodo di Pasqua e, ricordo, soggiornavamo in una piccola pensione poco lontano dal mare. E proprio qui, nel suo famoso budello, ci piaceva fermarci nella storica Pasticceria Balzola che dal 1902 prepara quelle prelibatezze che si chiamano baci di Alassio. Per chi non li conoscesse, si tratta di due biscotti di pasta di nocciola uniti da una crema di cioccolato: il brevetto del 1919 è proprio di Pasquale Balzola e questi dolci che divennero ambasciatori di Alassio nel mondo, consentirono a Rinaldo Balzola di divenire pasticcere personale di S.M. Vittorio Emanuele III, Re d’Italia dal 1932 al 1938. Oggi come allora i baci di Alassio continuano a conquistare turisti e appassionati che possono, in realtà, scegliere tra diverse varianti come quelle, anche ottime, della Pasticceria San Francesco. Dolci a parte, è indubbio che Alassio sia stata (e continui a esserlo) meta di un turismo raffinato che in estate riversa sulle sue spiagge molti stranieri e numerosi italiani che proprio qui posseggono la loro seconda casa. E come racconto nel mio libro 101 Cose da fare in Piemonte almeno una volta nella vita edito da Newton & Compton, Alassio e il mio Piemonte hanno un legame ben stretto che le unisce.

Avete presente i fidanzati del Muretto di Alassio? La storia racconta che si tratti di Aleramo e Alasia, fondatori del Monferrato, immortalati per sempre sul celebre muretto che per anni ha incoronato le più belle Miss della località marina. Racconto nel mio libro “… La stessa città di Alassio, peraltro, si reputa debba il nome proprio ad Alasia che si rifugiò con Aleramo su queste colline durante la fuga dal padre Ottone I. Sarebbe infatti lei ad essere raffigurata anche nello stemma cittadino a ricordo dei luoghi dove visse con il suo amato che nel tempo, in suo onore, vennero chiamati Alassio“. E proprio in tema di libri va ricordato che ogni anno la cittadina ospita la rassegna Alassio Centolibri “Un autore per l’Europa” che quest’anno è giunta alla XXV edizione. Il Premio Letterario, presieduto dallo scrittore Ernesto Ferrero, ha animato tutta l’estate cittadina, con presentazioni e appuntamenti gastronomici che hanno dato vita a un vero e proprio Festival della Cultura.

Nadia Terranova (c) Silvio Fasano

Vincitrice di questa edizione è stata Nadia Terranova con il libro Addio Fantasmi edito da Einaudi, ma come di consueto dal 2006 è stato anche assegnato il Premio “Alassio per l’Informazione Culturale” che quest’anno è andato al giornalista e divulgatore scientifico  Mario Tozzi. E che la cultura sia l’anima vitale di questo luogo si percepisce dalla sua storia, dai tanti luoghi ancora oggi ben presenti e radicati nella società locale: luoghi che a inizio Secolo hanno contribuito a costruirne il fascino e a rendere Alassio luogo di mare preferito dalle élite di tutto il mondo. Iniziamo dall’Hanbury Tennis Club, fondato nel 1923 da Daniel Hanbury: qui, negli stessi campi dove un tempo giocavano i campioni dell’era romantica del tennis come Holman, Crawford, De Stefani o Cucelli, ancora oggi si organizzano corsi e tornei, e si possono trascorrere ore senza tempo nelle sale inglesi della Club House dove fanno capolino vecchie foto e glorie di un ruggente passato. È invece la Pinacoteca Richard Whateley West a ospitare 76 dipinti di questo artista irlandese che nel 1890 si stabilì ad Alassio dedicando la sua arte a immortalare questi luoghi da lui tanto amati; la Pinacoteca è anche sede della Biblioteca Inglese per il Fondo librario anglosassone con un patrimonio di 15.000 volumi che spaziano dal 1850 al 1930. E a testimonianza delle grande importanza del turismo anglosassone che arrivò ad Alassio a partire dalla fine del XIX secolo, ancora oggi è visibile la Chiesa anglicana che per anni fu un vero riferimento per la comunità britannica sul luogo.

Imperdibile, poi, la visita agli splendidi giardini di Villa La Pergola: luogo di inestimabile valore per gli amanti della natura e della botanica, ma anche punto panoramico tra i più suggestivi dell’intera città. Furono due gentiluomini scozzesi (George Henderson Gibb e il generale William Montagu Scott McMurdo), nel 1875, i primi britannici a trascorrere un periodo di villeggiatura invernale in città e l’anno successivo, innamoratisi del luogo, decisero di acquistare due terreni per costruirvi delle abitazioni. Nacque così il Villino della Pergola, costruito secondo i canoni e il gusto anglo-indiano, e la successiva Villa della Pergola di dimensioni maggiori e di grande sfarzo. Qui, dove oggi è anche possibile soggiornare, o mangiare nel Ristorante Nove guidato dallo chef Giorgio Servetto, merita fermarsi per visitare  i maestosi giardini della villa che vantano centinaia di varietà botaniche differenti.

La spiaggia privata del Grand Hotel Diana al tramonto

E poi c’è lui, lo storico Grand Hotel Diana, oggi interamente ristrutturato ma ancora  baluardo dei fasti della dolce vita locale. Qui gli appassionati della buona tavola possono sedersi al Ristorante Gourmet Diana Grand Hotel, che possiede anche una splendida terrazza sul mare. Ma i luoghi vocati al buon cibo, in città, sono numerosi. Alcuni di questi si sono riuniti nel Consorzio Macramè, Dire, fare, mangiare che riunisce ristorazione e ricettività promuovendo una cucina che sia espressione del territorio come avviene nel caso del Ristorante Viola che, con il patron Marco Chicco Viola, propone piatti liguri abbinati ai piu grandi vini nazionali e internazionali oltre a una ricercata gamma di champagne.

E poi c’è il Panama Beach & Sushi Restaurant che con lungimiranza accompagna l’offerta del ristorante storico guidato dalla Famiglia Cosso affiancando la cucina tradizionale alla cucina fusion giapponese e brasiliana. Detto così potrebbe sembrare un azzardo, ma non lo è per nulla: i piatti dello chef Luca Pozzan sono assolutamente ben riusciti e qui ho mangiato credo il miglior coniglio alla ligure della mia vita.

 

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