Grazie 2019. Anno nuovo ti aspetto a braccia aperte

È stato un anno bizzarro questo 2019. Un anno che è iniziato con un gran subbuglio e che sta finendo inanellando una serie di spaventi da lasciarmi insonne ormai da un mese. È stato un anno che si è un po’ burlato di me, diciamocelo, che mi ha fatto crescere sicuramente, che non mi ha regalato l’amore nemmeno in questi dodici mesi (arriverà mai?), ma che mi ha donato un sacco di esperienze straordinarie e di questo non posso che essere grata. Ecco, io il mio grazie al 2019 lo voglio proprio urlare a gran voce perché nonostante il suo inizio e la sua fine siano stati (e lo siano ancora) disorientanti, è stato un anno così ricco di incontri, di viaggi e di emozioni da entrare nel top della mia classifica personale. E sapete perché? In primis per le persone che mi ha portato. Mai come quest’anno gli incontri veri sul mio cammino sono stati  davvero tanti e questo è il mio primo grazie. Incontri con persone nuove; incontri con conoscenti che, grazie al mio lavoro, hanno iniziato a diventare amici; incontri con tanti chef straordinari non solo per le loro abilità culinarie, ma per la loro grande umanità. Provo a ripercorrerlo questo 2019 appuntando nero su bianco i suoi momenti clou perché restino indelebili non solo nella mia memoria, ma anche sulla rete.

Gennaio. È stato il mese del Bocuse d’Or e della Coupe du Monde de la Pâtisserie a Lione. Il mese in cui ho capito cosa significhi partecipare a una competizione internazionale di cucina e di pasticceria; in cui ho seguito allenamenti e gare, in cui ho sognato, vissuto e fatto il tifo per due team italiani che hanno dato il massimo nel loro lavoro di squadra. Un mese in cui ho stretto legami che, nonostante la vita e le distanze, resteranno per sempre, perché frutto di un momento di condivisione unico per tutti noi coinvolti: per chi era in gara, per chi allenava e per me, che per la prima volta, ho seguito da corrispondente per La Stampa un evento di tale portata da sola.

Cena del mese: da Paolo Griffa al Petit Royal di Courmayeur (Ao)

Febbraio. A febbraio ho finito di scrivere il  mio secondo libro: la guida Saint Tropez With Gusto edita da quel vulcano di idee e di vita che si chiama Mariachiara Montera che, proprio con With Gusto, sta portando il mondo del turismo enogastronomico a un livello di fruizione differente. Ma è stato anche il mese di Ego, il festival del cibo con sede in Puglia organizzato da un’altra grande donna del gusto, Monica Caradonna che, insieme allo chef Martino Ruggieri, ha riunito amici e operatori per parlare di cibo in modo diverso. Questa è stata per me l’occasione di conoscere altri due cuochi straordinari: Pasquale Laera (che ha da poco aperto il suo Borgo Sant’Anna a Manforte d’Alba) e Antonio Zaccardi che proprio in Puglia ha ri-trovato la sua dimensione più consona.

Cena del mese: da Lorenzo Careggio (EraGoffi) a Torino con cui ho iniziato una bella collaborazione

Marzo. È da sempre il mese dei consueti appuntamenti legati al mondo del cibo che, per chi fa il mio lavoro, sono ormai dei must. Il mio Identità Golose quest’anno ha avuto un unico obiettivo dichiarato: ascoltare l’intervento di Will Goldfarb e incontrarlo nuovamente dopo averlo conosciuto a Galway durante l’edizione 2018 di Food on The Edge.

Con Will Goldfarb

Lui, oltre a essere uno dei più grandi pasticceri al mondo, fa parte di quelle persone dal carisma indiscusso e dalla grandissima umanità.

Cena del mese: da Paul Ivic al Tian di Vienna, unico ristorante vegetariano stellato d’Austria

Aprile. La Pasqua di quest’anno ha suggellato un mese complicato che ha portato con sè un attacco di panico piuttosto importante e le relative conseguenze. Viaggi annullati, un po’ di riposo, problemi di salute, il Nepal nel cuore. Ma anche l’uscita di Saint Tropez With Gusto! Cena del mese: da Christian Mandura da Unforgettable a Torino

Maggio. Il mese che passerà alla storia (mia personale) per essere diventata Sommelier Ais. Due esami superati, lo scritto l’8 maggio e l’orale il 23 maggio, mi hanno permesso di raggiungere questo obiettivo per cui studiavo da due anni. Contenta del percorso affrontato e di far parte di una squadra bellissima che si chiama Ais Piemonte. La cena e il pranzo del mese: da Massimo Giovannini all’Apogeo di Pietrasanta e da Nicola Gronchi a Villa Grey di Forte dei Marmi.

Giugno. Ricomincio a viaggiare anche se una colica renale rallenta i miei ritmi. A metà giugno parto per il Belgio e, nelle Fiandre, vado alla scoperta del mondo di Willem Hiele, lo chef surfista che qui ha organizzato un evento a quattro mani con Kobus Van der Merwe, di Paternoster in Sud Africa. La cena si chiama Two Brothers from another sea ed è uno spettacolo non solo per i piatti assaggiati, ma anche per scoprire il territorio gastronomico locale e per osservare da vicino come due chef di due mondi così lontani siano accomunati da una stessa filosofia di vita, anche sul lavoro.  A fine mese La Stampa mi manda nella mia amata Irlanda sulle tracce dei luoghi in cui è stato girato Game of Thrones: l’Irlanda del Nord per me è una scoperta bellissima e visitare quei paesi di case bianche che affacciano sul mare  è un vero toccasana.

Cena del mese: da due assoluti miti della ristorazione e dell’accoglienza piemontese. Parlo dei coniugi Milano al Ristorante Cacciatori di Cartosio (Al).

Luglio. Esce a sorpresa la ristampa del mio primo libro 101 cose da fare in Piemonte almeno una volta nella vita edito da Newton Compton Editori. Torno a Londra, dopo qualche anno. L’occasione è ghiotta: andare a Wimbledon per intervistare Albert Adrià su invito della famiglia Lavazza che è sponsor dell’evento e che con i fratelli Adrià lavora da anni nel settore della top gastronomy. Ne approfitto per provare il nuovo locale di soli dessert che proprio Albert Adrià ha da poco aperto nella city: si chiama Cakes & Bubbles ed è uno spettacolo. Incontro la mia amica Dimple per un aperitivo veloce e ceno con la mia amica Andreja: il giorno dopo si torna a casa. Il 12 luglio la cerimonia Ais mi consegna il meritato diploma, mentre nel giro di due settimane sono in Slovenia da Hiša Franko nella casa di Ana Roš e Valter Kramar. Con loro scopro che cos’è Caporetto, cosa significa percorrere i sentieri delle sue montagne, attraversarne i fiumi, imparare a gustare vini e formaggi locali, capire il mondo (straordinario) che c’è dietro Hiša Franko. È forse la sublimazione della mia esperienza culinaria di questi primi mesi dell’anno: un’esperienza che mi ha colpito a tal punto che faccio quasi fatica a raccontarla.

Cena del mese: da Eugenio Boer nel suo B:ur di Milano

Agosto. Da alcuni anni per me è il mese del riposo assoluto. Del detox (dal cibo e dal mondo virtuale), delle lunghe camminate, del tempo per me. Scrivo (tanto), ma i ritmi cambiano perché sono al mare nella mia La Croix Valmer a fare pace con me stessa e con il mondo. E il mese vola tra amici e famiglia: nulla di più bello. Cena del mese: da Rocco Seminara al Byblos di Saint Tropez

Settembre. Si torna a casa e si ricomincia a viaggiare. Ormai il viaggio per me è fondamentale, è nutrimento per l’anima, è energia per la mia vita. Arrivo a Parma per la Cena dei Mille: una cena spettacolare per mille ospiti che si estende all’aperto lungo un’immensa tavola apparecchiata nel centro storico della città capitale della cultura nel 2020. Cucinano, tra gli altri, Norbert Niederkofler e l’immensa Isa Mazzocchi. Una settimana dopo sono a Venezia per visitare i vigneti storici della città che si trovano sull’isola di Mazzorbo. Qui, all’interno di Venissa (che è anche ristorante Michelin), producono un vino raro che si ottiene dalla Dorona di Venezia, un vitigno autoctono a bacca bianca che si è adattato all’acqua alta e alle particolari condizioni di questo terroir unico al mondo. Tornata a Torino organizzo la festa a sorpresa per gli 80 anni di papà e i 79 di mamma con gli amici di sempre, quelli che sono famiglia. Un pranzo a Milano per la presentazione dello Champagne di Bruno Paillard e poi si riparte: destinazione Sicilia dove sono in giuria per la XXIII edizione del Cous Cous Fest a San Vito Lo Capo. Che cittadina incredibile: un mare pazzesco, la Riserva dello Zingaro e il Monte Monaco (che ho scalato fino in cima) resteranno sempre nel mio cuore come una visione di assoluta bellezza. Da San Vito Lo Capo mi sposto due giorni a Trapani sotto indicazione di Pino Cuttaia che mi aspetta a Licata il 1 di ottobre per la prima edizione di ‘NNumari. E qui succede l’imprevedibile: conosco Ciccio Pellegrino, la sua incredibile famiglia, cammino tra gli uliveti, assaggio la prima spremitura del suo olio extravergine d’oliva U Trappitu (da Nocellara del Belice, Cerasuola e Biancolilla) di Terre di Shemir, mangio il migliore risotto della mia vita  e mi innamoro di queste persone, della loro ospitalità e del loro cuore immenso. Ciccio e la sua famiglia sono uno dei grandi incontri del mio 2019.

La cena e il pranzo del mese: da Antonio Chiodi Latini nel suo omonimo ristorante di cucina vegetale integrale a Torino; da Marco Sacco al Piccolo Lago di Verbania

Ottobre. Il mese autunnale, per me, inizia a Licata per seguire l’evento sul mare insieme a tanti colleghi e amici come Paolo Vizzari, Fernanda Roggero e Carlo Passera. E ho ancora una volta la conferma che la Sicilia unisce, non solo a tavola. Il weekend successivo Carlo Spinelli mi invita alla prima edizione di Avant Garda, evento dedicato alle eccellenze agroalimentari di questo lago: scopro i suoi straordinari capperi, mangio da Matteo Felter al Grand Hotel Fasano e assaggio i tanti piatti che i cuochi invitati da Italia Squisita realizzano con i prodotti locali. Una manciata di giorni e si parte per Barcellona: quest’anno ho deciso di regalarmi due pranzi d’eccezione da Tickets Bar e da Enigma sotto l’egida di Albert Adrià. Con me, in questo weekend del gusto che voglio riproporre nel 2020, ci sono la mia amica Federica Giuliani, Lorenzo Careggio e Marco Pandoli. Una giornata a Firenze per la presentazione della Guida dell’Espresso mi ricorda quanto è bella questa città: il pranzo al Four Seasons ospite di Cuzziol Grandi vini ne è la conferma. Dal 21 al 27 ottobre le giornate scorrono veloci tra l’Irlanda dove, a Galway, si tiene l’evento food più bello al mondo (Food on the Edge organizzato dallo chef Michelin JP Mc Mahon) e Udine dove arrivo per la nuova edizione di Ein Prosit partecipando a una mitica cena con Alain Passard. Qui incontro anche Alberto Landgraf, lo chef brasiliano che ho conosciuto pochi giorni prima in Irlanda, e insieme ridiamo ripensando a quando mi ha prontamente salvato da una caduta sugli scogli sulla Wild Atlantic Way. Del resto Food on The Edge è anche questo: è un congresso di cucina in cui si intessono relazioni, si parla con i relatori, si trascorrono giorni insieme alla scoperta del territorio e dei suoi prodotti. Tra i grandi incontri di quest’anno in terra irlandese oltre a Landgraf aggiungo i danesi Bo Bech e Kristian Baumann.

Pranzo del mese: Enigma da Albert Adrià a Barcellona

Novembre. Novembre scorre alla velocità della luce tra la presentazione della Michelin 2020 a Piacenza, un weekend lungo a Parigi ospite del mio amico Domenico, i tanti impegni torinesi e un inaspettato viaggio a Copenhagen. A Parigi la scusa di rivedere Bisca nasconde in realtà anche un altro intento: passare una giornata in cucina con Martino Ruggieri al Papillon Ledoyen . Dodici ore non stop all’interno delle cucine di uno dei ristoranti più famosi al mondo: presto il mio racconto di questa esperienza nel dettaglio. A Copenhagen invece sono rimasta meno di ventiquattro ore: giusto il tempo di cenare al Geranium di Rasmus Koefoed e salutare Bo Bech e Kristian Baumann. L’impressione però è quella di una città straordinaria: sarà una nuova meta per il mio 2020. Ah, dimenticavo, il 20 novembre ho organizzato la cena degli Amici Acidi da EraGoffi a Torino: una serata pazzesca dedicata all’aceto con dei mostri sacri dell’argomento, persone stupende come Andrea Paternoster, Andrea Bezzecchi, Mitja Sirk e Mauro Pojer.

Pranzo del mese: da Cluadio e Anna Vicina nel loro Casa Vicina a Torino; da Michelangelo Mammoliti a La Madernassa di Guarene

Dicembre. La cena a Villa D’Amelia dedicata alla nocciola e preparata da Quique Dacosta ospite di Damiano Nigro è stato l’ultimo squarcio di luce (gastronomica e non solo) di questo mio 2019.  Dal 3 dicembre è cambiata la mia vita (spero solo temporaneamente). Un brutto intervento del mio papà ci ha costretto a rivoluzionare ritmi e priorità, assegnando al tempo un valore diverso (e forse di questo ne avevo bisogno). Vi sto scrivendo dalla stanza di ospedale dove da ieri è di nuovo ricoverato dopo alterne vicende dentro e fuori differenti presidi ospedalieri:  la camera questa volta ha addirittura una scrivania, e questo agevola il mio lavoro. Del resto, come dice un’altra persona che mi ha regalato questo 2019, queste sono feste “speciali” proprio per la situazione che stiamo vivendo e le dobbiamo accettare per quello che sono (ciao Gil! Non sai quante volte ho pensato alla tua frase in questi giorni). L’unica cena di questo mese, oltre a una puntata da EraGoffi, è stata al Gatto Nero di Torino con il mio amico Mauro: un piccolo momento di svago dopo tanto penare. Non so dire se sia il periodo in cui sono andata o la necessità che avevo di uscire da una routine poco piacevole, ma quella al Gatto Nero è stata una delle cene più inaspettate e autentiche di quest’anno. Andateci perché si mangia non solo bene, benissimo, e l’atmosfera è sensazionale.

Cena del mese: al Gatto Nero di Torino

Spaghettini alla “Peppino FiorellI”

 

 

 

 

 

 

 

E così, aspettando il rintocco della mezzanotte che  forse non sentirò nemmeno perché temo crollerò ben prima tra le braccia di Morfeo, sto aspettando anche io questo 2020. Con la gratitudine in cuore per ciò che ho vissuto quest’anno, per le persone che ho incontrato e le scoperte che ho fatto, per gli amici di sempre, quelli nuovi, e le persone che hanno creduto in me sul lavoro: Livia Chiriotti, Luca Ferrua, Elisabetta Pagani, Pietro Pitzalis, Stefania Carlevaro, Anna Scarano, ma anche Gaia Bongiovanni, i mitici ragazzi di Goffi (Lorenzo Careggio, Marco Pandoli ed Alberto Fele), Graziano Scaglia e Francesco Bianco, Paolo ed Enzo Vizzari, Manuela Fissore, Andreja Lajh, Alexandra Sweden. Grazie a tutti per aver reso grande il mio anno. Non resta che aspettare a braccia aperte ciò che il nuovo avrà da mostrarci con la certezza di tanti bellissimi viaggi, molti assaggi e l’affetto degli amici veri. Vi voglio bene.

 

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