Il silenzio di Amman, il mio silenzio

Mi ricorderò di Amman per il suo silenzio. Per i suoi contrasti. Per la sua modernità che guarda all’Occidente. Edifici nuovi, interi quartieri in costruzione, centri commerciali, grandi ville sulle colline della città fanno l’occhiolino ad un futuro che non è così lontano da raggiungere. Ma il cuore della città è antico, come la sua gente, come la moschea di King Hussein,  come il teatro romano, come il souk, come la Hejaz Railway Station, come la Cittadella che domina dall’alto a testimonianza di un passato che è ancora presente.

E’ un attimo e camminando nella città bassa sei travolto dal caos, dal rumore, dal traffico, dai suoni, dai profumi delle spezie che avvolgono tutto e ti inebriano ricordandoti quanto sei lontano da casa. Ma poco più in alto in una delle tante colline che circondano la città sei sorpreso dal silenzio.

E questa è la magia di Amman. Tutto si trasforma in quiete. Te lo aspetti alla Cittadella che sorge sulla collina più alta della città, ma non da tanti altri luoghi del centro abitato. Ed è bello scoprire come questi luoghi “del silenzio” spesso abbiano a che fare con luoghi d’arte. Già perché la città è a tutti gli effetti una galleria in evoluzione. Artisti, creativi, pittori, scultori lavorano nei dintorni di Rainbow Street che appare come un luogo fuori dal tempo: bisogna solo aver voglia di incamminarsi lungo il suo pendio e prestare attenzione a quello che accade lungo il percorso.

E così può capitare in una sera di inverno di imbattersi nella Duinde Gallery: entri per caso e scopri un mondo. Ti accoglie Salam Kanaan artista locale che ha studiato a Parigi e che ha girato il mondo, per poi ritornare ad Amman. La sua galleria è la sua casa. La apre agli artisti, ai passanti, ai curiosi, agli amici. E nel salotto ti offre un tè caldo parlando del suo amore per il bello, mentre intorno a te i quadri che ha dipinto ti danno il benvenuto e ti fanno sentire bene. E capisci ancora una volta quanto le persone facciano la differenza, quanto gli incontri diano calore alla tua vita. Anche in un viaggio.

Ma il silenzio più profondo che forse cercavo inconsapevolmente, mi ha raggiunto in altri due luoghi in cui si respira arte: la Dar Al-Anda Gallery e la Darat Al Funun entrambe situate in un luogo panoramico d’eccezione. Dall’alto di questi posti magici, quasi mistici oserei dire, ho osservato una città in movimento che non si ferma mai. Una città che ha tanto da raccontare e che ha ancora tanto da scoprire prima ancora di dirlo agli altri.

E in quel silenzio mi sono ritrovata. A tratti, per alcuni istanti. Ed ho capito che ho bisogno di silenzio. Mai come in questi giorni in cui il frastuono delle feste continua il suo eco. Il silenzio, la pace di quei luoghi mi hanno scaldato il cuore. Mi hanno ricordato come occorra ascoltare ed ascoltarsi per ritrovarsi. Perché il silenzio parla, più delle parole.

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Una replica a “Il silenzio di Amman, il mio silenzio”

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