Secondo giorno a Pokhara. Nonostante il relax post trekking ci alziamo anche oggi alle 4.45 per vedere l’alba da Sarangot, il punto più panoramico della città. Peccato che dopo il temporale notturno, le nubi offuschino l’orizzonte, ma il panorama merita ugualmente la levataccia. Torniamo in hotel e dormiamo fino alle 9.00 e dopo la colazione seguono piscina, pranzo e relax (mie trattative di collana e tappeto nello shopping dell’albergo non andate a buon fine; ma Mauro rimedia e compra le cartoline…).
Nel pomeriggio, dopo un altro temporale, Rai ci porta alle cascate del diavolo e nell’annessa grotta dove Mauro borbotta perennemente (vero che mi capite ?!?) per il caldo umido permanente. Io resto delusa: niente pipistrelli… Rai ha sbagliato grotta… In compenso abbiamo visto e odorato l’ennesimo tempio induista (sotto terra questa volta), abbiamo girato intorno a una mucca finta e venerata e gettato (io) una monetina in una fontana dei desideri… Non ho fatto centro… Niente desiderio e, secondo Mauro, iattazza per cinque anni (tiè).
Aperitivo sul lungo lago e cena in ristorante italiano (no more spicy, please)…
Parlando e osservando riflettiamo su quante persone occidentali ci siano in questo posto. Hanno tutte in comune il fatto di essere da sole (anche un sacco di donne), di essere in cerca del proprio io, e di avere uno sguardo perso nel vuoto… Sono loro normali o siamo noi a non esserlo?

Ps. Pokhara è la primaria destinazione del turismo indiano… Sono ovunque… Chiassosi, colorati e con molti figli

P.p.s. Sono fiera di comunicare al mondo che rientrando in stanza ho ucciso da sola la sorella maggiore della vedova nera, mentre qualcuno era occupato a dare ordini da lontano guardando dalla finestra…