Metti un weekend d’autunno a Parigi. Le temperature miti, il cielo azzurro, i colori che in questo periodo i grandi viali alberati della città sanno offrire: il giallo e il rosso delle foglie sono protagonisti indiscussi di una luce diversa, calda, morbida, accogliente.
E ogni volta è così. Mi perdo tra rues e boulevards in cerca di scorci che ancora non conosco, di nuove esperienze gustative, ma anche degli abbracci più sinceri che rendono questo posto per me casa. Luoghi che fanno bene al cuore, all’anima. Che ti scaldano anche nella più fredda giornata invernale, che ti avvolgono e ti fanno sentire al sicuro. Perché ci sei già stato (in questa vita) e ti hanno regalato un’emozione, o forse perché i tuoi ricordi appartengono a molto più lontano: a un’altra vita, chissà.
Nel mio peregrinare parigino (60 km a piedi in cinque giorni) sono passata dallo scoprire la terza isola di Parigi (Île aux Cygnus) che si estende per circa 800 metri e che vanta la presenza di una riproduzione della Statua della Libertà, al visitare le Catacombe che nel 14ème arrondissement portano in un suggestivo percorso di 2 km a 20 metri di profondità in un ossario immenso nato tra il Settecento e l’Ottocento per liberare il cimitero dei Santi Innocenti e via via altri luoghi della città.
Poco lontano dalle Catacombe, la sosta golosa è in rue Daguerre, una delle strade gourmet per eccellenza. Ristoranti e boutiques vi sorprenderanno, come è successo a me alla tavola di Christian Etchebest in quella Cantine du Troquet che i parigini conoscono molto bene.
Stessa cosa si può dire per rue Cler che nel 7ème arr. vanta una clientela dal palato esigente come testimoniano le tante insegne (più e meno famose) che qui vendono primizie e specialità. Ma è nella via parallela, in rue Duvivier, che troverete un altro bistrot autentico. Si tratta di Belhara, dove le origini basche di Thierry Dutroux firmano ogni piatto.
E se la tappa al Salon du Chocolat mi ha portato a scoprire il cioccolato vietnamita di Marou, quello della Piccola Pasticceria di Casale Monferrato (Al) e quello peruviano che questa sera è protagonista di un evento del Club Criollo all’Ambasciata del Perù a Parigi, il mio tour nel Marais ha consolidato le mie scelte per la cucina ebraica in quella rue des Rosiers che conoscono tutti.
Dal Marais ho camminato verso il XI arrondissement, su verso il boulevard de Ménilmontant per sedermi alla tavola di Gennaro Nasti e del suo Popine che sta conquistando con la pizza napoletana tutti i parigini gourmet (presto altre news su questo blog).
Se invece amate il cibo giapponese, beh, dovete andare in rue Ste Anne: qui non c’è che l’imbarazzo della scelta tra locali autentici che offrono buon cibo a ottimi prezzi. Attenzione però, la sera i locali chiudono presto e dopo le 22.00 sarà difficile cenare.