Le stanze segrete di S.

Ecco come un racconto di fine Ottocento di uno scrittore irlandese anima uno dei quartieri più cool della Torino odierna. Succede ancora per pochi giorni, con repliche fino al 6 gennaio, quindi se siete nel capoluogo sabaudo per queste festività, o se qui ci abitate, ritagliatevi un’ora di tempo da dedicare a  Le stanze segrete di S.

Di cosa si tratta? Non sono molte le cose che si possono dire, perché l’evento stesso è stato ideato per essere avvolto da un alone di mistero. Bisogna fidarsi. Anche del proprio intuito. Le stanze segrete di S. ha a che fare con l’arte ed è a tutti gli effetti una mostra, ma non solo. Può essere definita anche un’esperienza visionaria e di immaginazione, un ritorno all’infanzia, un viaggio nella fantasia.

Tutto è diverso rispetto ai canoni consueti con cui si pensa ad una mostra, a cominciare dal luogo in cui si svolge. Nessuno sa dov’è e a chi lo sa perché c’è già stato viene chiesto di non rivelare nulla né sul luogo, né sull’esperienza. Inusuale vero?

Seconda stranezza. Per entrare non si paga nessun biglietto, ma occorre iscriversi tramite mail o telefono indicando il numero di persone che saranno presenti insieme alla data e all’orario prescelti. Verrà inviata una risposta di conferma con una parola d’ordine da pronunciare all’arrivo e l’indirizzo esatto in cui presentarsi. Un mastro di chiavi vi accompagnerà per il primo tratto del percorso fornendovi semplici regole da non dimenticare: restare compatti; seguire le luci; prestare attenzione alle candele.

Già perché luci e candele fanno parte dell’atmosfera e rendono questa esperienza ancora più suggestiva. Anzi, sarebbe meglio dire che sono co-protagoniste. Accompagnati da una guida d’eccezione che rimanda ad atmosfere d’altri tempi, verrete guidati alla scoperta di questa storia ottocentesca raccontata magistralmente attraverso tratti, luci, illustrazioni, suoni e canzoni dal vivo.

E alla fine sarà una sorpresa scoprire quanto di quello che avete percepito in questa visita sui generis corrisponda alla realtà di quello che viene narrato. Il percorso e la mostra sono pensati sulla base del luogo prescelto da un gruppo di giovani artisti che si sono messi in gioco quasi per caso e che hanno vinto la sfida a pieni voti. Le stanze segrete di S. nasce per essere una semplice serata tra amici, ma con il passare dei giorni diventa un evento che grazie al passaparola viene ripetuto per tutto il mese di dicembre e visto il successo riscosso prosegue anche a gennaio.

Per me è stato uno dei modi più belli di concludere l’anno. Una vera sorpresa. Spero che per voi sia un’idea interessante per iniziarlo all’insegna della curiosità, della creatività e della fantasia. In fondo Torino è conosciuta come la città del mistero, per cui iniziative come questa in cui si parla di arte e si respira la voglia di essere fuori dal coro non fanno che contribuire a rendere la città ancora più giovane e interessante non solo agli occhi dei turisti, ma dei suoi stessi abitanti. Alcuni dicono che Torino oggi sia la città più europea d’Italia. Lo penso anche io.

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Una replica a “Le stanze segrete di S.”

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