A colazione con Petunia Ollister

Ho incontrato un paio di volte Petunia Ollister nel corso di eventi enogastronomici organizzati nella mia amata Torino e mi ha sempre incuriosito questo suo modo di raccontare la colazione, ma anche la vita. Una colazione per immagini nata su Instagram nel 2015: un susseguirsi di libri immortalati sul tavolo della mattina, accompagnati da una citazione. Scene di vita fotografata, ma anche scene di vita immortalata dai più grandi autori di questo e di altri secoli.

Con un progetto iniziato per caso sono nati i #bookbreakfast che oggi sono diventati il contenuto di un vero e proprio libro, il suo primo libro: Colazioni d’autore, appena uscito per Slow Food Editore. Un inno al risveglio lento, all’amore per se stessi, al prendersi il tempo di fare le cose che piacciono, come la colazione. Le ho fatto un po’ di domande per scoprire qualcosa in più su di lei che oggi vive a San Salvario, nella mia città,  e  che un tempo faceva la conservatrice di beni culturali. Ecco le sue risposte.

Stefania Soma, conosciuta come Petunia Ollister

Dal 2015 come è cambiato e come si è evoluto nel tempo questo progetto?

Inizialmente postavo con una frequenza quotidiana e lo stile dell’immagine era molto semplice, solo il libro, la tazza e quel che mangiavo a colazione. Il fondo era il tavolo color ardesia della mia cucina e quelle quattro tovaglie che avevo. Adesso le immagini sono più curate: i fondi in tessuto, in legno, altri materiali, le tazze si sono moltiplicate. Sul tavolo, insieme a libri e colazioni, compaiono molti accessori, soprattutto quaderni e penne, che colleziono da sempre. Non pubblico più quotidianamente, ma ogni volta che scatto un’immagine cerco sempre di migliorarmi.
Avresti mai pensato che bookbreakfast avrebbe raggiunto tutto questo successo?
No, mai avrei immaginato che una piccola intuizione, molta costanza e una buona dose di autoironia avrebbero portato a farmi fare il giro, dal ritrarre i libri al pubblicarne uno. Una fortunata serie di eventi che hanno creato una comunità solida: mai come in occasione del lancio del mio Colazioni d’autore #bookbreakfast, uscito a inizio ottobre per Slow Food editore, ho capito quanto mi siano affezionate le persone che mi seguono sui social.
Secondo te cosa incuriosisce di più? L’aspetto “culinario” all’interno di libri in cui la cucina non sempre è protagonista o l’approccio verso i libri stessi?
Il punto sono i libri. I #bookbreakfast mi sono sembrati da subito un ottimo modo per calare, in un contesto quotidiano, qualcosa che generalmente viene considerato sacro. Il libro è un vettore di idee vivo, che deve stare nelle mani delle persone, nella realtà. Quale migliore momento di quello della colazione? I #bookbreakfast sono un modo per nutrirsi di idee, storie e buon cibo con tutta la lentezza possibile.
Quale dei libri che fanno parte del tuo nuovo volume scritto per Slow Food  a te è più caro e perché?
Credo Il Gattopardo. Il principe di Salina rimarrà sempre il mio ideale maschile irraggiungibile. Quella figura alta, serissima eppur dedita ai piaceri della carne e del palato.  Non credo di ricordare niente di più vivo delle pagine nelle quali Tomasi di Lampedusa descrive i profumi del giardino e l’architettura gastronomica e sensoriale del timballo.
Quale colazione ricordi con maggior affetto?
Quelle fatte in due, senza troppe parole né formalità.
Cosa è per te il momento della colazione?
Nella casa in cui sono cresciuta con i miei genitori, la colazione è sempre stato l’unico momento in cui era ammesso farsi i fatti propri, senza dover per forza interagire con gli altri. Mia madre ha sempre apparecchiato il tavolo la sera prima, tenendo conto delle preferenze di ciascuno di noi. Man mano che ci svegliavamo ognuno andava in cucina e, con il sottofondo di Radio2, iniziava pian piano la giornata.
Come sono nate le ricette del volume?
Le ricette sono nate grazie alla preziosissima collaborazione di Slow Food Editore, nella persona di Federica Vizioli, con cui il dialogo è stato costante. Alcune ricette sono tratte direttamente dalle pagine dei libri ritratti, per altre abbiamo dovuto fare un lavoro di mediazione tra gli scritti e la possibilità di reperimento degli ingredienti.
Quale personaggio, tra quelli dei libri citati, si avvicina di più a te? perché?
Un misto tra Barney Panofsky e Holly Golightly, perché entrambi hanno un substrato di tristezza. Barney per tutto l’affetto che sente di aver irrimediabilmente perso per colpa suo cinismo e Holly per il ricordo dell’infanzia poverissima. Non sempre sono allegra come sembro. Negli ultimi anni non tutto è andato come doveva, ma in un modo o nell’altro è andato.
Colazione dolce o salata?
Salata. Non so resistere a croissant farciti, tramezzini, torte salate, panini con formaggio, prosciutto, uova.
Caffè corto, lungo, macchiato…?
Caffè lungo, meglio se filtrato, senza zucchero, con un dito di latte freddo.
Il tuo modo migliore per iniziare la giornata
Puntando la sveglia mezz’ora prima per far colazione con calma, sfogliando un libro. È un modo per prendermi cura di me stessa in modo gentile. Tiro il mio corpo oltre i suoi limiti per tutto il resto della giornata, correndo tra un impegno di lavoro e l’altro, oltre i limite della stanchezza. Se non lo nutrissi adeguatamente al mattino, con lentezza, probabilmente mi addormenterei nei posti più impensabili.
Come ti piacerebbe proseguisse il tuo progetto?
Mi piacerebbe raccontare altri momenti della giornata, in cui un libro può essere un compagno di viaggio, un modo per rilassare la materia cerebrale, una via di fuga, il contorno a un pasto sano.
Ho letto nei ringraziamenti che Torino ha avuto un ruolo importante nella realizzazione del libro. Come mai hai scelto questa città?
Non sono io ad aver scelto lei, ma lei me. Mi ha accolto in un momento difficile e poi mi ha fatto vedere quanto fossimo fatte l’una per l’altra. Ho un amore smisurato per Porta Palazzo, per i tramezzini, la crema alle nocciole, il vitello tonnato, la salsa verde, il bunet. Non poteva che andare così. Ho tanti amici in città, persone che si sono prese cura di me e mi hanno infuso coraggio quando io per prima non ne avevo più.
La migliore colazione a Torino?
Per il miglior rapporto qualità prezzo quella del caffè Lumiere in Corso Vittorio, non lontano da Porta Nuova, dove fanno anche la sardeinara – focaccia ligure rossa con capperi, olive e acciughe, aglio – ma anche torte e brioche fragranti.

 

 

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