Sturekatten, storico locale di Stoccolma

Volevo visitare questo locale quando ero a Stoccolma, ma non ci sono riuscita. Nel mio girovagare a piedi per le vie della città sono stata rapita da altri luoghi e da altri sapori e, nel freddo pomeriggio che ho trascorso nel quartiere in cui si trova, non sono riuscita a “scovare” questa invitante caffetteria di cui mi avevano parlato. È un luogo nascosto che devi conoscere per poter frequentare: si trova all’interno di una casa, in un delizioso appartamento, ed è lontano anni luce da qualsiasi idea di locale che si possa avere qui in Italia. Per questo mi incuriosiva.

Dopo la mia partenza l’ha provato il mio amico Mauro, che tra un paio di settimane tornerà a vivere in Italia (finalmente), e  c’è stato anche il mio amico Paolo durante il suo ultimo soggiorno svedese. Insomma, manco solo io… ma del loro giudizio mi fido ciecamente.  Ecco dunque la descrizione (anche fotografica) che ne fa Paolo Barosso:

Sturekatten konditori & kafferum, storica caffetteria di Stoccolma, si trova quasi nascosta all’interno di un edificio risalente al XVIII secolo, a poca distanza dal Kungliga Dramatiska Teatern, in Riddargatan 4.

Situato nel quartiere di Östermalm, cuore elegante della capitale svedese, il locale non è immediatamente riconoscibile dall’esterno. Per raggiungerlo, occorre addentrarsi nell’androne di un normale palazzo di civile abitazione e, guidati dalla caratteristica insegna che mostra una gattina di fronte a una tazza di caffè fumante, arrampicarsi per una scalinata ripida e angusta, che vi condurrà al primo dei due livelli su cui si sviluppa la caffetteria.

Al termine della scalinata vi troverete di fronte al bancone con le specialità dolciarie locali, tra cui risaltano le torte di carote e di mirtilli, il kanelbullar, pane dolce alla cannella dalla caratteristica forma arrotolata, da servire accompagnandolo con caffè, latte freddo o sciroppo di mirtilli, i biscotti al cioccolato “Sarah Bernhardt, a base di pasta di mandorle, farciti di cioccolato e rivestiti di glassa al cioccolato, che portano nel nome il ricordo della celebre attrice teatrale francese, d’origine ebraica, soprannominata “La voix d’Or” (Voce d’oro).

Accanto ai dolci, sono disponibili specialità salate tipicamente svedesi, come il toast con il salmone o il Toast Skagen, inventato nel 1958 da Tore Wretman, genio innovatore della cucina tradizionale svedese, preparato con gamberetti, caviale rosso (di salmone, a differenza del caviale nero, di storione), aneto, maionese, senape, burro, limone, pancarré.

La divisa classica del personale femminile, con l’abito nero accostato al grembiule bianco, l’impronta gozzaniana che aleggia nelle sale, arredate come una casa borghese del primo Novecento, il fascino d’antan dei soprammobili sparsi, dalle tazzine spaiate di foggia varia appoggiate agli scaffali ai gattini in ceramica nelle pose più curiose: tutto contribuisce a creare un’atmosfera affascinante, dove il tempo pare essersi fermato e i ritmi incalzanti caratteristici della società contemporanea lasciati al di fuori, come se si venisse proiettati in un piccolo mondo antico, rimasto uguale a se stesso.

4 risposte a “Sturekatten, storico locale di Stoccolma”

  1. “impronta gozzaniana”?
    io, io, io
    Io qua, io là.
    L’argomento è la caffetteria Sturekatten, al lettore annoia lo stile autoreferenziale.
    Meno male che ti definisci “giornalista professionista”…

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    • Piacere di conoscerti, anche se non so con chi sto parlando x’ non ti sei firmato/a. E questo spiega già tante cose…
      Si, sono una giornalista professionista e come tu saprai sicuramente la scrittura su un blog ha uno stile molto diverso da quello dei giornali, ecco perché ci sono tutti questi io qua e là. In seconda battuta questo pezzo l’ha scritto il mio collega Paolo Barosso per cui forse se lo avessi letto, lo avresti notato. In ultimo posso dirti che nessuno ti obbliga a seguire questo blog, quindi non vedo il motivo di tutta questa acidità. Basta cambiare indirizzo web!

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  2. Buongiorno,
    in effetti la descrizione del locale è mia.
    Come qualsiasi descrizione, a meno che non si tratti di schede tecniche, si basa necessariamente su impressioni e sensazioni personali, che possono anche non essere condivise e non corrispondere a quelle provate da altri.
    Ho scritto “impronta gozzaniana” nel senso che l’atmosfera colta all’interno del locale, arredato secondo un gusto borghese tipico di primo Novecento, ha evocato in me le atmosfere che si ritrovano in certe poesie e scritti di Gozzano. Tutto qui…..forse avrei dovuto scriverlo tra virgolette.
    Grazie comunque per il puntuale commento.

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